31 Jan 2011

Zucchine ripiene alla ricotta e pistacchi

Ricetta che funziona non si cambia - questa è piaciuta un sacco a Carlo (la mia cavia personale) e ho pensato di riproporvela. So che le zucchine non sono esattamente un prodotto di stagione là, nell'emisfero settentrionale, ma qui, nell'orto di zia e cugini ne stanno spuntando così tante che ho difficoltà quasi ad inventarmi nuovi modi di cucinarle!
Ad ogni modo, nel caso (ma spero di no) che steste pensando di prenderne un paio al supermercato, beh...ve lo sconsiglio spassionatamente. Se la ricetta vi piace, potrete provarla quest'estate, ma trovo inutile e dannoso favorire la vendita di frutta e verdura fuori stagione per diversi motivi:

- non hanno mai visto il sole e, se l'hanno visto...
- ...l'hanno visto nell'emisfero sud e hanno quindi viaggiato per un sacco di tempo prima di giungere da voi
- se trasportate per via aerea, queste 'semplici' zucchine hanno contribuito più di quanto si pensi alla produzione di anidride carbonica che, finendo nell'atmosfera, contribuisce al riscaldamento del pianeta
- per sopportare il viaggio senza marcire, sono state bombardate di conservanti vari e/o...
- sono state raccolte praticamente crude, quindi prive di qualsivoglia valore nutritivo (o in buona misura inferiore rispetto alle verdure di stagione)
- per chi vuole prestare un pò di attenzione al portafogli.... sono decisamente più costose!

Detto ciò... ricetta!



Ingredienti:

2 grosse zucchine (o 4 piccole)
500g di ricotta
1 cipollotto
2 cucchiai di pistacchi
6 cucchiai di olio d'oliva
2 uova
1 tazza di pangrattato (ahh che bella cosa il pangrattato! riciclare gli avanzi di pane dà molta soddisfazione e poi mentre lo si grattuggia sale un profumino di pane...hmm)
2 cucchiai di semi di sesamo
sale e pepe

Lavare le zucchine, mondarle e tagliarle a metà nel senso della lunghezza e poi ancora a metà nel senso della larghezza.
Immergerle in acqua bollente per ca.8 minuti o finchè iniziano a diventare tenere se punzecchiate con una forchetta (non devono essere troppo cotte o si 'spappoleranno in forno!).
Una volta cotte, scolarle, asciugarle con un pò di carta assorbente e con un cucchiaio rimuovere la polpa centrale (quella coi semi) e tenerla da parte (le mie zucchine avevano i semi molto grossi quindi ho cercato di toglierne una buona parte).
Salare l'interno delle zucchine e lasciarle capovolte su carta assorbente mentre preparate il ripieno.
Preriscaldare il forno a 200°.
In una padella antiaderente scaldare 4 cucchiai di olio d'oliva, aggiungere il cipollotto tritato finemente e lasciare soffriggere per un minuto. Ora è la volta dei pistacchi pestati grossolanamente con un cucchiaio e della polpa delle zucchine. Lasciar soffriggere un altro minuto. Togliere dal fuoco e tenere da parte.
In una terrina lavorare la ricotta con le uova finchè cremosa e omogenea. Salare, pepare e aggiungere il soffritto di pistacchi continuando a rimestare. A questo punto regolare la consistenza della crema con del pangrattato (io ho usato circa una tazzina da tè), deve risultare morbida ma corposa e facile da 'spalmare' (non è il caso che scorra via quando riempirete le zucchine).
Riprendere le zucchine, asciugarne nuovamente l'interno e porle in una pirofila precedentemente unta con l'olio d'oliva rimanente. Riempirle con il composto alla ricotta, spolverarle con una manciata di pangrattato e cospargerle con i semi di sesamo (questi si tosteranno un pò in forno profumando la pietanza). A piacere decorare con pistacchi.
Infornare per ca. 20 minuti o finchè dorate (dipende un pò dal tipo di forno che avete, ma appena prendono un bel colorito e la superficie risulta leggermente 'croccante' allora saranno pronte).
Volendo servire con un filo d'olio d'oliva.

NB Se possibile usate sempre i pistacchi di Bronte che sono di ottima qualità!


ENGLISH VERSION

24 Jan 2011

Profumo di Anice

L'Anice, una delle spezie più dolci e gradevoli, ha anche delle virtù medicamentose da non sottovalutare.

Questa spezia ha infatti, fra le altre, proprietà antispasmodiche e carminative. Ma è anche utile per  combattere i problemi di digestione, le coliche nei bimbi e per contrastare la nausea e il vomito.

Il suo sapore dolce e 'liquirizioso' lo rende molto piacevole, ma va usato con moderazione perchè molto fragrante. Un buon tè digestivo si ottiene lasciando in infusione in acqua bollente un cucchiaino di anice stellato per una decina di minuti. Ottimo anche assieme ai semi di finocchio, che fra l'altro ne potenzia le proprietà.
Si accompagna bene a composte di frutta, piatti a base di pesce, manzo, maiale, a torte, biscotti e bevande (Sambuca docet! Ma molti dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo hanno in comune un liquore a base di Anice, come ad esempio l'Ouzo greco, l'Araq mediorientale, il Raki turco, ecc...) e svariate verdure.

Per quanto riguarda la sua coltivazione, da noi è più comune coltivare (anche in vaso) l'Anice Verde. Questo si semina dopo le ultime gelate invernali e si raccoglie in agosto-settembre. Si fa asciugare al sole e si conserva in luogo fresco.



Torta all'anice e nocciole

23 Jan 2011

Un libro fatto di emozioni e sapori che puoi quasi toccare. E' 'The language of Baklava'




Da quando sono arrivata a Melbourne, uno dei posti che ho visitato più spesso non è la spiaggia, nè il caro vecchio Myer, ma...la biblioteca del mio quartiere! Ho sempre amato leggere, ma vuoi per una cosa, vuoi per l'altra, da anni non riuscivo più a trovare il tempo per dedicarmi alla lettura così assiduamente. E allora mi ci sono buttata a capofitto (come facevo col gelato, dopo 2 settimane di dieta 'del cetriolo' - e qui, meglio se non entro in dettagli....)!

L'ultima chicca l'ho scovata per caso, in mezzo ai libri di cucina. Mi ha colpito per il formato compatto. Pensavo fosse l'ennesimo ricettario e invece, guardando meglio, mi sono accorta che era un romanzo. E che ci farà mai un romanzo nella sezione 'cooking'??
Stavo per rimetterlo al suo posto, quando ho focalizzato il titolo '...Baklava'. Guarda caso, avevo giusto una mezza idea di provare a fare questi dolcetti meravigliosi, e così l'ho preso, senza prestarci troppa attenzione.
Una volta a casa l'ho aperto, ho letto la prima pagina, mi sono fermata per un 'whoa!' e non l'ho messo quasi più giù (Carlo a momenti mi prendeva a legnate in testa per via della luce accesa fino alle ore piccole!).

La storia è quella della protagonista, una ragazza Giordano-Americana che deve fare i conti con tante cose: la nostalgia del passato di suo padre giordano che continua a riversarsi sul presente di tutta la famiglia, la sua stessa sensazione di 'non appartenenza' in nessun luogo e i conflitti che ne derivano, orde di familiari spesso appiccicosi, a volte incomprensibili, ma sempre in fondo amati. E poi il cibo, il vero protagonista di tutta la vicenda. Quello che unisce, divide, consola, che ti fa ricordare o dimenticare, quello che ti fa innamorare e quello che ti rende più saggia. E' un libro intenso, che non ti lascia un attimo.

Chi, come me, è lontano da casa, un 'emigrante' moderno, ma pur sempre un emigrante, sa qual'è il potere del cibo. E' il modo migliore per ricreare la 'casa' lontano da casa. Se si condivide un piatto della propria tradizione (ma anche semplicemente una ricetta di famiglia) con un'altra persona, si condivide un mondo, piccolo o grande che sia. Fa un pò pensare alle 'canzoni' cantate dagli Aborigeni. Quando ad esempio si univano in 'matrimonio', le famiglie delle coppie si scambiavano i rispettivi canti (sorta di cartine geografiche/storie mitologiche tramandate oralmente. A questo proposito vi consiglio caldamente un altro libro: 'La via dei canti' di  Bruce Chatwin. In inglese: The Songlines).
Lo scambiarsi un invito a cena, un piatto, una ricetta è scambiarsi delle conoscenze, dei valori, dei sentimenti.

E' un modo per viaggiare se vogliamo. Come cuoci le patate tu nel tuo paese? Io le faccio così. Beh, vorrei sentirmi un pò come nel tuo paese, aspetta che provo a farle alla tua maniera!
Anche perchè si impara molto di una nazione dal modo in cui mangia, dai sapori che ama, ecc.. Se c'è una cosa che ho notato nei miei (pochi) viaggi, è sicuramente questa.

E infine se vogliamo, c'è il lato 'pratico' di questo libro, ovvero una trentina (o forse più) di ricettine ben spiegate, tutte da provare, di cucina giordana. Io, in onore di una mia cara amica palestinese (cresciuta però ad Amman) e dei bei tempi trascorsi assieme a lei, ne proverò sicuramente qualcuna!

Questa è l'edizione inglese, non sono riuscita a trovare il libro in italiano su Amazon, se qualcuno lo trova, mi farebbe piacere sapere dove, così magari ne acquisto una copia anch'io.

PS Se lo leggete, fate in modo di avere una bella caraffa di tè alla menta a portata di mano!;-)

The Language of Baklava

19 Jan 2011

Torta all'anice e nocciole

Accipicchia questa Melbourne! Uno pensa di farsi un'estate (o inverno, dipende dai punti 'emisferali' di vista) al calduccio, slurpandosi manghi sulla spiaggia mentre la pelle sfrigola sotto il sole e...
e invece a volte sembra proprio di stare in Friuli, con tutta la sua pioggia e il suo grigiore tipicamente autunnali! Certo, non ci si può lamentare se consideriamo che in altre zone dell'Australia le pioggie torrenziali hanno già causando danni su danni (un augurio e una preghiera va alle persone colpite dalle alluvioni - forza!) e poi, proprio stamattina, sembra che il sole abbia deciso di rifarsi vivo...olé!


Il venticello fresco di questi giorni non faceva certo venir voglia di dolci freschi e tipicamente estivi, così il dolcetto di turno è uno di quelli che assieme ad una tazza di tè col latte -mi porto ancora dietro i 'segni' del mio pezzo di vita 'british', I know- ti riscaldano il cuore (al corpo ci pensa il tè bollente).



TORTA ALL'ANICE E NOCCIOLE


Ingredienti


4 uova
200g zucchero
2 cucchiaini essenza di anice
150g burro
100ml olio
150ml latte
1 'stella' di anice
150g farina di nocciole
200g farina
1 bustina di lievito
1 pizzico di sale
zucchero a velo q.b.


Accendere il forno a 180°.
Separare i tuorli dagli albumi e mettere questi ultimi in frigo (contrariamente a quanto trovo spesso scritto nelle ricette, trovo che lavorare con gli albumi freddi di frigo sia meglio).
Sbattere i tuorli con lo zucchero finchè gonfi, chiari e cremosi.
Aggiungere l'essenza di anice.
Far sciogliere il burro in un pentolino, versarlo nella terrina con le uova e mescolare bene, aggiungere poi la farina di nocciole e incorporare bene. Nel frattempo portare a ebbollizione il latte assieme alla stella di anice (io l'ho schiacciata un pò) e tenere da parte.
Setacciare la farina con il lievito e aggiungerla gradualmente al composto. Mano a mano che il composto diventa difficile da mescolare, aggiungere prima l'olio, poi il latte (a me piace intervallare latte e farina, così mi regolo anche: se il composto è troppo denso aggiungo un pò di latte, se è troppo fluido, vado di farina - ma questa sono io).
Una volta amalgamata tutta la farina prendere gli albumi, aggiungervi un pizzico di sale e montarli a neve sodissima. Prenderne poi 2 cucchiaiate e aggiungerle al composto mescolando benissimo. Il resto degli albumi andranno invece aggiunti poco per volta mescolando poco e piano di modo da incorporarli senza 'smontarli'.
Dovreste ottenere un impasto morbido, gonfio e un pò 'scorrevole'.
Imburrare e infarinare lo stampo, versarvi il composto e infornare per 35' circa o finchè, inserendo uno stuzzicandenti al centro della torta, questo uscirà 'asciutto'.
Sfornare, lasciar raffreddare e cospargere di zucchero a velo.


ENGLISH VERSION
 ANISEED AND HAZELNUT CAKE

9 Jan 2011

Dolce all'ananas, banana, datteri e noci pecan (senza cottura)

Le feste non hanno fatto in tempo a scomparire dietro l’angolo, con il loro carico di calorie in eccesso, che già mi è tornata la voglia di dolce .Come sfatare da subito i buoni propositi dell’anno nuovo di preparare qualche dolcetto in meno (e quindi mangiarne anche di meno, visto che cerchiamo di non comprare torte, biscotti o altri dolciumi industriali)? Cedendo alla tentazione di una torta di frutta ovviamente!
La frutta fa sentire un po’ meno in colpa, non trovate? E sì, lo so che è ricca di fruttosio e che la base è fatta al 90% di noci, ma..le noci pure fanno bene no? Non credo di aver convinto nessuno:-/
Visto che però il piano iniziale prevedeva la famosa (?) ‘pinsa’ Friulana (sì mami, mi hai invogliata tu!), tradizionale dell’Epifania, direi che scegliendo un’alternativa più fruttosa (che fa rima con famosa – I’m a poet and I don’t know it, come dicono in the UK) ho comunque limitato i danni. Detto questo, avanti con la ricetta!
Per la base ho utilizzato una ricetta dal libro The Joy of Vegan Baking: The Compassionate Cooks' Traditional Treats and Sinful Sweets di Colleen Patrick-Goudreau, ‘sveganizzandola’ con l’aggiunta del burro, perché non si sa mai… piuttosto che vederla sbriciolarsi, meglio andare sul sicuro con un po’ di caro e vecchio burro. Magari, prima o poi, proverò anche senza. La farcitura invece l’ho scelta io, quindi gli ingredienti sono indicativi.








Ingredienti
Per la base:
2 tazze di noci pecan/mandorle (io ho utilizzato queste ultime, visto che le avevo già in dispensa)
150g di datteri denocciolati
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di burro sciolto in un pentolino (non mettetelo se volete che la ricetta risulti vegan)

Per la farcitura:

2 banane piccole
1 limone
1 latta di ananas (meglio se in succo, non sciroppato)
5 datteri messi in ammollo in acqua tiepida per una decina di minuti
1 cucchiaio di zucchero di canna
3 cucchiai colmi di cocco disidratato
Qualche fogliolina di menta fresca.

Preparare la base tritando le noci che avrete scelto assieme ai datteri e al sale. Aggiungere il burro fuso e mescolare bene finché, premendolo fra le dita, noterete che questa ‘farina’ si compatta.
A questo punto versatela in uno stampo a cerniera di cui avrete foderato il fondo (potete anche imburrarlo, ma con la carta secondo me è più facile rimuovere il dolce) e con un cucchiaio premete bene e a lungo compattandola sul fondo e sui bordi. E’ importante ‘creare’ anche il bordino perché tratterrà la farcitura quando la versate. Il mio è alto circa 2cm. Mettete in frigo.

Nel frattempo, tagliate le banane a rondelle e sistemarle in una terrina dove avrete precedentemente versato il succo di limone. Rigiratele bene affinché tutte vengano a contatto con il limone, questo infatti farà in modo che non scuriscano.
A questo punto riprendete la base, cospargetela con metà delle rondelle di banana e con 2/3 dell’ananas tagliato a tocchetti.
Prendete poi le banane rimanenti e, assieme al succo di limone, passatele al mixer aggiungendo anche lo zucchero di canna, 2 cucchiai di cocco, i datteri e 2 cucchiaiate del succo rimastovi dall’ananas. Frullate bene.
Versate la crema ottenuta sulla base cercando di cospargere la frutta in modo uniforme.
Decorare con qualche tocchetto/fetta di ananas. Spolverare con il cocco rimasto e con le foglie di menta tagliuzzate finemente.Rimettere in frigo ed attendere almeno 2h prima di servire.


ENGLISH VERSION

4 Jan 2011

Empanadillas vegetariane ..a modo mio.

Sarà che sto leggendo un libro di interior design messicano, sarà che Charles sogna da sempre il Messico, sarà che qui in Australia la 'sour cream' (panna acida) si trova facilmente in commercio e m'ispira accostamenti cibi-ci che spaziano dal tradizionale al più inconsueto (praticamente la metterei ovunque, fra qualche giorno magari la proverò persino nel caffelatte a colazione...), fatto sta che da qualche giorno mi frullava in testa di provare a fare le 'empanadas' o 'empanadillas'.
Trattasi di un piatto tradizionalmente sudamericano, ricco e gustoso. Il ripieno di questa sorta di 'panzerotti' può comprendere uova, carne macinata, verdure, tonno e via dicendo, ma per le mie ho deciso di utilizzare solo legumi, verdure e formaggio.
La ricetta che avevo (presa da chissà quale libro di cucina) prevedeva l'uso di sola farina bianca per l'impasto, ma visto che ne avevo poca, l'ho mescolata a quella integrale ed il risultato è stato soddisfacente.
Infine, le empanadillas di oggi le ho cotte in forno anzichè friggerle (non mi sembrava il caso di maltrattare ulteriormente il mio corpo dopo le libagioni delle feste appena trascorse), ma quelle che ho messo in freezer per la prossima voglia di ispanicità, proverò sicuramente a friggerle.





Ingredienti:

150ml acqua
1 cucchiaio d'olio di oliva
1 cucchiaio di burro
1 cucchiaino di sale
300g di farina (io ho utlizzato metà farina 00, metà farina integrale)
1 uovo
2 cucchiai di yogurt naturale (facoltativo)

1 cipollotto
2 cucchiai di olio d'oliva
3 patatine novelle
1/2 latta di mais (o l'equivalente di mais fresco - bollito)
1/2 latta di fagioli neri o del tipo che preferite(io ho utilizzato un tris di fagioli di diverso tipo, ma volendo si possono mettere a bagno dei fagioli secchi la sera precedente il loro uso)
3 pomodori maturi e non troppo grandi
100g formaggio (io ho usato un cheddar perchè non avevo altro, ma direi che mediamente stagionato va bene, così si scioglie un pò)
prezzemolo
peperoncino (facoltativo)
sale/pepe qb

panna acida (a piacere)
prezzemolo (per guarnire)


Mettere in un pentolino l'acqua, il sale, il burro e l'olio e scaldare a fiamma bassa rimestando finchè sciolto.
Versare in una terrina capiente, aggiungere sempre mescolando metà della farina (a questo punto la consistenza sarà molto elastica) e aggiungere l'uovo intero e, se lo utilizzate, lo yogurt. Incorporare bene. Aggiungere la farina rimanente e rovesciare l'impasto sulla spianatoia leggermente infarinata, impastando con le mani finchè otterrete un impasto molto morbido, elastico e soprattutto non appiccicoso. Regolatevi un pò con la farina se necessario.
Lasciar riposare l'impasto per 45min.

Nel frattempo lavare il cipollotto e affettarlo a rondelline. Versare l'olio in una padella antiaderente piuttosto capiente e far soffriggere per 1 minuto. Aggiungere poi le patate precedentemente sbucciate e tagliate a dadini e dar loro una breve rosolata. Aggiungere quindi un goccio d'acqua, mettere il coperchio, abbassare la fiamma e lasciar cuocere per 7min ca. finchè le patate inizieranno ad ammorbidirsi.
A questo punto è la volta dei pomodori lavati e tagliati anch'essi a dadini, del mais e dei fagioli. Lasciar cuocere ancora 5min. rimestando di tanto in tanto (punzecchiate le patate con una forchetta per controllare la cottura, devono essere quasi perfettamente cotte, ma non 'disfarsi'). Aggiungete sale, pepe, peperoncino a seconda dei gusti e il formaggio. Rimuovete il coperchio e lasciate asciugare l'acqua, dopodichè togliere dal fornello.

Riprendere la palla di pasta preparata in precedenza, stenderla con un mattarello affinchè sia piuttosto sottile, a occhio direi circa 3-4mm, e ritagliate da questa dei cerchi (potete usare dei taglia-biscotti) di ca. 11cm di diametro. Dovreste ottenerne 14.

Mettete due cucchiai circa del composto di verdure all'interno dei cerchi di pasta e ripiegarli a mezzaluna, sigillando bene i bordi premendo con una forchetta.

Quando li avrete preparati tutti, potete decidere se friggerli (così come sono) finchè dorati, oppure infornarli in forno pre-riscaldato a 175° per 25min. Se scegliete di infornarli, spennellateli con un pò di tuorlo d'uovo, oppure con un pò di latte.

Accompagnare con della panna acida a cui avrete aggiunto (se volete) un pò di prezzemolo tritato.



ENGLISH VERSION